Wander Allen

L'opinione che non ha la presunzione di essere giusta

Home » Tu la conosci Satispay?

Tu la conosci Satispay?

Condividi

Tutto è iniziato qualche mese fa. Stavo ritirando i fumetti in edicola quando C (la mia super edicolante) mi chiese un consiglio per un progetto che stava portando avanti. Parlammo a lungo e tra i vari nomi che le menzionai c’era Satispay.

Si dimostrò subito interessata, così approfondii la questione. Mi disse che per rendere i pagamenti più smart aveva comprato un lettore di carte con una speciale clausola per le transazioni di poco conto. Io risposi che Satispay eliminava il problema delle commissioni. Si dimostrò molto interessata.

Prendiamo un aereo e voliamo nella Silicon Valley, offro io

Tre ragazzi si incontrano in un bar, ordinano un caffè e passano un po’ di tempo insieme. Ridono, si divertono per un’oretta finché arriva il momento di pagare. Cinque dollari. Uno tira fuori il portafogli, l’altro la carta di credito e il terzo seleziona il wallet dallo smartwatch. I loro occhi disillusi incrociano quelli della cameriera che indica un cartello affisso sotto la cassa: niente conti separati, solo contanti. A malincuore l’unico dei tre con qualche dollaro paga per tutti. Richiudendosi la porta alle spalle pensano a quanto sarebbe bello se quel tipo di situazione potesse essere gestita in modo più smart.

La situazione non smart

Il problema sono le commissioni sugli importi inferiori a una certa soglia che varia a seconda dell’ente con il quale l’esercente sottoscrive il contratto. Ma la questione è ancora più spinosa, proviamo a spiegarla facilmente.

Luca vuole prendere un caffè al bar, ordina e si gusta la miscela amarognola pensando alla giornata che lo attende. Si avvicina alla cassa e Alessandro gli dice che non accetta pagamenti con carta sotto i cinque euro perché il gioco non vale la candela. Luca allora salda in contanti e una marea di fastidiose monetine finisce inesorabilmente da qualche parte nelle tasche dei pantaloni: perse per sempre!

A questo punto, il cattivo della storia sembra essere il barista ma a sua volta Alessandro ha un contratto con la banca di Davide che si rifiuta di abbassare la percentuale sulle transazioni. Il villain allora è la banca? Non esattamente!

Ipotizziamo che Luca abbia pagato il caffè con la carta. I soldi non passano istantaneamente ad Alessandro, soprattutto se hanno due banche differenti. C’è un lasso di tempo variabile (da due a trenta giorni) in cui Luca ha pagato il caffè ma Alessandro non ha fisicamente l’importo sul conto. Davide allora anticipa i soldi ad Alessandro e quando la transazione sarà completata recupererà la quota di Luca come rimborso oltre a una commissione per il servizio.

La situazione non smart in numeri

Luca paga il caffè 0,80 euro. Coprendo tutte le spese Alessandro riesce a guadagnare 0,20 euro. Se accettasse un pagamento diverso dai contanti tuttavia dovrebbe aggiungere alle spese il costo del POS, il canone mensile (dai 10 ai 50 euro circa), il costo della linea telefonica fissa (da qualche parte la transazione deve passare) e infine la famosa commissione (fino al 4%).

Su cifre oltre una certa soglia il problema non impatta sul guadagno dell’esercente come invece accade per piccoli importi quali caffè, prodotti da edicola e via dicendo.

Quindi chi è il cattivo?

Nessuno. Davide non può abbassare la percentuale perché si assume il rischio di insolvenza da parte di Luca. Alessandro preferisce non chiedere l’intervento delle banche perché annullerebbe l’utile. E Luca? Beh, continuerà a pagare il caffè in contanti…o forse no!

I tre fondatori di Satispay
Alberto Dalmasso, Samuele Pinta e Dario Brignone

I tre amici della Silicon Valley

Vi ho mentito, ma visto che il biglietto aereo l’ho offerto io siamo pari. I tre ragazzi non sono americani bensì cuneesi e nel 2013 hanno trovato un modo smart per gestire i pagamenti limitando l’utilizzo dei contanti ma soprattutto considerando il punto di vista degli esercenti sulle transazioni sotto un certo importo. Alberto, Samuele e Dario hanno inventato Satispay.

Satis…che?

Satispay è un’applicazione gratuita disponibile per tutti i sistemi operativi. Una volta impostata permette lo scambio di denaro istantaneamente con la stessa facilità di un messaggio su Telegram.

Chiunque può inviare e ricevere denaro dagli utenti registrati. Luca non solo potrà finalmente pagare il caffè ad Alessandro senza che questo lo guardi storto ma i due amici della Silicon Valley potranno facilmente ridare i soldi al terzo senza ricorrere ai contanti.

E le commissioni?

Satispay nasce per rendere smart il pagamento di piccoli importi. Per questo l’utente normale non ha commissioni sulle transazioni mentre per i negozianti (con un account business) è previsto il pagamento di 20 centesimi sugli importi superiori a 10 euro (normalmente gestiti via POS). Lo scambio di denaro tra utenti registrati è gratuito.

Come funziona Satispay?

Una volta completata la registrazione (gratuita) e inseriti i propri dati personali e il riferimento del conto corrente (IBAN), l’utente deve attendere il completamento delle operazioni di controllo (circa una settimana). Successivamente sarà possibile stabilire un budget da zero a trecento euro. Ogni domenica sera l’applicazione verificherà il saldo disponibile. Se sarà superiore al budget farà un bonifico dell’eccedenza direttamente sul conto corrente oppure lo riporterà alla cifra stabilità. In entrambi i casi le operazioni sono gratuite (sempre se le banche non ci mettono lo zampino).

Ma come si paga?

Ogni utente (normale o business) ha un proprio codice QR. Basta inquadrarlo con la fotocamera dello smartphone, digitare l’importo e cliccare invia!

Finché il ricevente non accetterà il pagamento non si sposterà nemmeno un centesimo, quindi se vi stavate chiedendo cosa succede in caso di importi errati, basterà annullare l’operazione.

I due attori non devono necessariamente essere nello stesso luogo. Un amico paga il fornaio in anticipo e giornalmente suo padre (in pensione) o suo figlio (di ritorno da scuola) passano a ritirare il pane senza portare con loro il portafogli.

Satispay doItSmart
#DoItSmart

E con gli amici?

Ogni utente registrato a Satispay apparirà nella lista dei contatti ai quali potrete inviare o richiedere denaro. Sarà sufficiente selezionarlo, definire l’importo e inviare. La vera chicca dal mio punto di vista è la possibilità di suddividere facilmente un importo tra più persone.

Se Risiko è famoso per rovinare le amicizie, il conto alla romana al ristorante è altrettanto noto per concludere le serate talvolta in modo spiacevole. Di solito qualcuno paga per tutti e poi si fa ridare i soldi conscio che non rientrerà mai in possesso dell’importo originale.

Satispay permette a chi ha pagato di suddividere il conto (anche in modo diverso…eh ma quello ha preso il vino) e mandare una richiesta di pagamento a ogni persona coinvolta. Quest’ultima dovrà solo rispondere alla notifica e perfezionare l’invio del denaro. L’antica amicizia è stata porta in salvo in Kamčatka!

Se non sono una Onlus, come guadagnano?

Bella domanda, ma prima cerchiamo di capire quanto costa mantenere Satispay.

All’inizio la startup ha ricevuto diversi finanziamenti che le hanno permesso di concretizzare i primi passi dell’idea originale.

Nel 2016 ogni operazione costava ai tre amici di Cuneo due centesimi. L’idea era di arrivare a uno. Il guadagno si misura sugli 0,20 euro che i negozianti pagano sulle operazioni oltre i dieci euro.

Il punto di forza di Satispay oltre all’estrema facilità di utilizzo è la possibilità per ogni esercente di personalizzare la propria offerta con sconti mirati e cashback specifici come quelli sul primo acquisto. Vincono tutti perché ogni attore in scena ha almeno un motivo valido per avvicinarsi all’applicazione.

Da utente normale ammetto senza problemi che tra due locali, scelgo quello con Satispay che peraltro viene messo in risalto all’interno dell’app con una pagina dedicata nella quale sono presenti le informazioni più importanti. Se sempre più persone scelgono dove acquistare in base alle attività che accettano Satispay, che fine fanno quelli che invece continuano a richiedere i contan……..puff!

Il vero motivo per cui ho scritto questo articolo

I miei genitori lavorano e conoscono bene l’ambito contabile. Fin da piccoli hanno sempre insegnato a me e ai miei fratelli il significato del lavoro e il valore dei soldi. Per anni ho cercato di capire il senso di pagare con la carta di credito perché non erano operazioni vicine al mio quotidiano. Inoltre da persona cresciuta negli anni Novanta ero fissato con l’idea di volere i soldi cartacei nel portafoglio. Aprire un conto in banca era follia. Internet? Cosa vogliono questi da me?

In prima superiore salii sul mio primo aereo, direzione Londra. Nel portafoglio avevo circa trecento sterline. Quando tornai, dopo due settimane, ricordo di aver gioito mettendo il resto nel cassetto della scrivania. Avevo temuto di perderle per tutto il tempo. Niente di ossessivo ma sentivo la responsabilità di avere per le mani oggetti di valore per i quali se fosse successo qualcosa il danno sarebbe stato irreparabile.

Dissi a mio padre che volevo una soluzione alternativa e fu così che aprii un conto corrente.

Da quel momento sono passati anni durante i quali ho capito che il vero nemico dell’innovazione è l’ignoranza e che esistono tre cavalieri in grado di sconfiggerlo: curiosità, informazione e insegnamento.

Per lavoro cerco costantemente di incuriosire i miei studenti affinché si creino un’idea da discutere per verificarne la validità.

Questo articolo non è scritto per farvi scaricare Satispay ma per farvi sapere che esiste. Sta a voi decidere di approfondire la questione oppure continuare come se niente fosse.

Io da quando l’ho installata ho praticamente eliminato le transazioni in contanti rendendo tracciabili anche i pagamenti di piccole somme di denaro. Fino a qualche anno fa parole come lavoro da remoto e smart working erano fantascienza mentre oggi sono letteralmente entrate nelle case di ognuno di noi. Chissà se in futuro idee come Satispay seguiranno la stessa strada.

Disclaimer

Giusto per chiarire, nessuno mi ha pagato per scrivere questo articolo altrimenti Satispay me lo avrebbe notificato!

Ad oggi, la mia edicolante, il mio libraio, la mia fornaia e perfino la mia farmacista usano Satispay. Spero prossimamente di portare a bordo la mia famiglia anche se devo trovare il modo di gestire la tombola di Natale! Qualche idea?


Prima di salutarvi, vi ricordo di seguirmi anche su Instagram e di iscrivervi gratuitamente al gruppo Telegram per restare sempre aggiornati sulle ultime novità!


Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto
error: Content is protected !!