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Musica da supereroi

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Un articolo che parla di crescita, musica e supereroi divagando forse un po’ sul finale

L’idea di questo articolo nasce da una chiacchierata su Twitter con alcuni amici riguardo l’influenza della musica sulla nostra formazione.

La parola all’esperto…che non sono io!

Da fan di serie televisive quali The Mentalist, Lie to me e la recente Perception, non potevo che domandarmi se esistesse un legame tra la musica e le emozioni a livello medico.

Dopo qualche ricerca ho scoperto che l’udito è un senso fortemente legato al sistema limbico (e ad altri i cui nomi ricordano dei mobili Ikea) responsabile di elaborare le emozioni.

Ascoltare musica rende invincibili

La musica influenza in modo positivo il nostro stato d’animo liberando dopamina (il neurotrasmettitore che nella serie Siamo fatti così è rappresentato come un puffo supersonico) e regalandoci una sensazione di benessere.

Ognuno di noi la ascolta al lavoro, mentre passeggia o durante l’attività fisica. A seconda della situazione, essa intensifica le nostre emozioni rendendoci, talvolta, invincibili!

Come mai la musica si lega in modo particolare all’adolescenza?

La risposta è sottile: se durante un evento stavamo ascoltando un brano la nostra mente li mette in relazione e li registra in modo permanente.

Per questo motivo uno stesso album può rendere felici o tristi a seconda di chi ascolta; in quel momento il soggetto verrà riportato all’istante esatto dell’evento ad esso connesso!

L’adolescenza è il periodo in cui l’uomo sperimenta la maggior parte delle emozioni poiché durante la crescita esse cambiano in continuazione: un giorno sogniamo di diventare astronauti e viaggiare tra le stelle mentre il successivo esploriamo le profondità della Terra sulle orme di Jules Verne.

La vita è costellata di momenti felici ma le prime volte hanno sempre un sapore speciale: è questo che rende difficile abbandonare completamente ciò che si ascoltava da ragazzini (e fidatevi, talvolta lo vorrei con tutto il cuore).

Please Please…beam me up, Scotty

Fatta la dovuta premessa, passiamo ora al succo del discorso: per qualche strana ragione il mio cervello collega da sempre la musica ai supereroi. Vorrei perciò creare una playlist nella quale ogni proposta abbia dei riferimenti ad essi e alla cultura pop.

I Pink Floyd e lo Stregone Supremo

Nel 1968 Syd Barrett e soci pubblicano il loro secondo album: A saucerful of secrets.

Il fotografo dello studio Hipgnosis, Storm Thorgerson, a cui affidarono la copertina decise di inserire elementi astrali e del mondo alchemico come le ampolle in primo piano, una ruota con i segni zodiacali e una serie di pianeti vicino al cerchio contenente una foto del gruppo.

Se fate attenzione, sulla destra noterete una figura umana simile a uno stregone: si tratta del Doctor Stange. Thorgerson era un grande appassionato di fumetti e conosceva bene il lavoro di Steve Ditko. La copertina è il risultato di un collage di immagini, una delle quali è tratta dall’avventura The sands of death (contenuta in Strange Tales 158) nella quale lo Stregone Supremo scopre che la Terra sta per essere distrutta da un’entità cosmica.

Quando la musica dei Pink Floyd ha incontrato il Doctor Strange
Credits: Pink FloydMarvel Comics

Fun fact, la tavola in questione non venne illustrata da Ditko ma da Marie Severin, una tra le più importanti coloriste della storia Marvel.

Roger Waters rimase talmente affascinato dal potere immaginifico dei fumetti che ne divenne un lettore accanito. Tra le strofe di Cymbaline (More 1969) si legge infatti Doctor Strange is always changing size in cui però probabilmente lo stregone del Greenwich Village viene confuso con AntMan.

La lettera inesistente degli Itch al Doctor Strange

Gli Itch sono una band fondata a Vancouver dal pianista Mark Critchley all’inizio degli anni Novanta. Dopo un primo album d’esordio intitolato 88 Bones, nel 1992 pubblicano Dying to be Jesus accolto dalla critica in modo discordante: secondo alcuni rappresenta una sintesi stilistica tra il classico, le sonorità punk di un ipotetico Jerry Lee Lewis alle tastiere e un progressive rock che strizza l’occhio al metal primordiale e furioso. Per altri invece è paragonabile al rumore di un gatto incastrato nel tritarifiuti (mi dissocio).

L’album venne prodotto in quattro versioni ma solo due contengono la traccia Open letter to Dr. Strange nella quale la band chiede allo Stregone Supremo di aiutare il mondo ad aprire gli occhi e ribellarsi a una società fortemente influenzata da ideologie governative, corporazioni e credo religiosi.

Sorcerer Supreme, Earth’s magical protector

Bathe these intolerants with the All Seeing Light

By the Wings of Needless Sorrow and the Winds of Watomb

In a Mystic Whirlpool of love, wash their soul of doom.

Purtroppo questa traccia non si trova da nessuna parte. Su YouTube è presente una versione della canzone che in realtà è un altro brano del gruppo intitolato Good to be alive.

Rock e raggi gamma

Negli anni Sessanta Rosalind Rogoff ha un sogno, vuole scrivere testi musicali. Siccome nessuno pare apprezzarne il talento, decide di fondare un’etichetta rivolta ai fans della Marvel ai quali avrebbe venduto dischi per corrispondenza.

Nel 1969 scrive e produce il singolo Nobody loves Hulk per la band garage rock The Traits contattando Stan Lee affinché lo pubblicizzasse sulle copertine dei fumetti.

La campagna andò piuttosto bene, al giorno d’oggi Rosalind si dice soddisfatta e sono disponibili alcune cover come quella dei The Maggots

Hulk and The Traits
Copertina del singolo e una pagina dei fumetti sui quali veniva pubblicizzato il CD

Trash metal Stephen King e Sylvester Stallone

Nel 1981 il chitarrista Scott Ian e il bassista Dan Lilker decidono di fondare un gruppo trash metal il cui nome è preso da un libro di biologia: oggi gli Anthrax sono considerati, insieme a Metallica, Slayer e Megadeth, i fondatori del genere ma questa è un’altra storia.

L’imperante effetto della cultura pop anni Ottanta è arrivato fino ai giorni nostri quindi è naturale che in quel periodo tutte le arti ne fossero in qualche modo influenzate.

Nel caso della band statunitense questo connubio diventa evidente nell’album Among the living (1987) il cui titolo stesso è un tributo al romanzo L’ombra dello scorpione di Stephen King (allo stesso autore si rifanno per A skeleton in the closet ispirata dal racconto Un ragazzo sveglio).

La terza traccia intitolata I am the law è dedicata al personaggio dei fumetti Judge Dredd creato da John Wagner e Carlos Ezquerra nel 1977 e successivamente interpretato da Sylvester Stallone nell’omonimo film del 1995.

Le strofe della canzone sottolineano il modo assoluto e senza appello dei giudici di amministrare la giustizia in una realtà futuristica e distopica. Among the living fu un successo ma il brano I am the law venne ritenuto inadatto ad essere trasmesso in radio.

La versione stalker di Superman targata The Clique

Alla fine degli anni Sessanta un gruppo di ragazzi di Beaumont, Texas, scrive un brano che parla di Superman. La band si chiama The Clique e per quanto sia poco conosciuta, non lo è la canzone visto che, qualche anno più tardi, nel 1986, un giovane aspirante fotografo della Georgia, tale Michael Stipe, decide di proporne una cover firmata R.E.M.

La canzone non parla veramente del figlio di Krypton ma di un ragazzo che si sente tale nei confronti di una donna che vive una relazione apparentemente non corrisposta. Il rock alternativo tipico della band nasconde un testo dai toni pesanti in cui alcune strofe rasentano lo stalking: If you go a million miles away I’ll track you down, girl!

Paul McCartney e Magneto
Magneto and Titanium Man

Paul McCartney e Magneto

Nel brano Magneto and Titanium man comparso nel singolo Venus and Mars/Rock Show (1975), Paul McCartney e i Wings rendono omaggio a tre personaggi iconici della storia Marvel: Dinamo Cremisi (alter ego dell’arcinemico di Iron Man Anton Vanko), Titanium Man (un supercriminale sovietico) e ovviamente Magneto (un tipo attraente) impegnati in una rapina in banca.

Inutile dire che Stan Lee e Jack Kirby quando vennero a sapere del progetto ne furono entusiasti!

La saga trash metal dei Voivod

Se siete curiosi di vedere l’effetto delle influenze letterarie, cinematografiche e artistiche sul panorama musicale canadese i Voivod sono una tappa obbligata.

Prima ancora di esordire con War and pain nel 1984, Denis (Snake) Belanger e Michel (Away) Langevin si chiesero quale mascotte fosse in grado di rappresentare al meglio la band visto che gli Iron Maiden potevano contare su Eddie, gli Anthrax su The Not Man e i Motorhead su Snaggletooth.

Fu così che nacque Voivod, letteralmente un patchwork di influenze provenienti dagli ambiti più vari e disparati. Inizialmente il personaggio si ispirava a un soldato che usciva dal terreno ma rileggendo le interviste che la band ha rilasciato negli anni appaiono evidenti i riferimenti a Dracula di Bram Stoker, a Le talisman des Voivodes di Bob Morane e ovviamente al Signore degli Anelli di Tolkien.

Nel tempo, il concept originale è stato influenzato tra gli altri dai testi di Gibson, K. Dick e dalle atmosfere cyberpunk di Interceptor, Mad Max e Blade Runner.

I CD dei Voivod che compongono la saga The nuclear vampire
I CD dei Voivod che compongono la saga The nuclear vampire

Voivod è diventato una creatura a tutti gli effetti, protagonista di una saga in sette capitoli (scanditi da altrettanti album) intitolata The nuclear vampire.

Se pensate che questo paragrafo non sia inerente alla tematica dei supereroi sappiate che la band ha reso omaggio a Neal Hefti registrando una propria versione della sigla di Batman all’interno dell’album Dimension Hatröss (1988).

Satriani e l’alieno d’argento

Nel 1987 Joe Satriani pubblica il suo secondo album dal titolo Surfing with the alien lasciando la copertina nelle mani di Jim Kozlowski. Quest’ultimo, da sempre fan dei fumetti al punto di utilizzare il nickname The Silver Surfer durante le dirette radiofoniche, decise di ispirarsi a una copertina di John Byrne del 1982 e chiese alla Marvel la licenza per poter utilizzare proprio il suo beniamino per l’artwork. Stan Lee accettò e da quel momento iniziò una collaborazione che portò da un lato alla creazione del pianeta Satriani (Silver Surfer 13) e dall’altro a una serie di canzoni che avevano come protagonista il surfista d’argento.

Satriani inizialmente non conosceva il personaggio ma adorava l’idea di qualcuno che cavalcasse le onde musicali come lui si destreggiava tra diversi stili e generi. Inoltre, il fascino dell’elemento extraterrestre era evidente già da Not of this Earth.

Satriani e Silver Surfer
Le copertine dei CD nella versione del 1987 e del 2018 e la cover di John Byrne del 1982

Nel 2018 l’accordo tra il musicista e la casa editrice americana non venne rinnovato e la copertina fu modificata.

Per finire in bellezza, ai tempi gli illustratori non detenevano le royalties sulle proprie creazioni e di conseguenza, John Byrne non ricevette un dollaro da Stan Lee &Co.

La versione di Spider-man dei Veruca Salt

I Veruca Salt, il cui nome deriva da uno dei possessori del biglietto dorato ne La fabbrica di cioccolato, sono una band alternative rock nata a Chicago nel 1993. I testi e le sonorità che li caratterizzano mescolano l’ottimismo di inizio anni Novanta con uno stato di semi innocenza e sospensione temporale tipico dell’America di quegli anni. Mentre Paul Francis Webster e Bob Harris si preoccupano di introdurre il personaggio dell’Uomo Ragno al pubblico televisivo nella loro iconica sigla del 1967, nella traccia Spiderman ’79 contenuta in American Thighs (1994) i Veruca Salt alternano un affetto iniziale nei confronti dell’arrampicamuri alla confusione di chi non riesce a trovare il proprio posto nel mondo.

I’ve long forgot exactly, who I am, am,

A spiderman, spiderman, spiderman, oh man, spiderman.

I Daft Punk e Capitan Harlock

I Daft Punk sono stati una tra le band più iconiche della musica contemporanea e la loro vicinanza al mondo della cultura pop è sottolineata ad esempio dalla colonna sonora del film Tron: Legacy (2010) nel quale peraltro hanno fatto un piccolo cammeo.

Tornando indietro al 2001 immaginate un arzillo sessantenne giapponese intento ad ascoltare a rotazione l’album Discovery. D’un tratto ferma tutto, appoggia il walkman sul tavolo del suo ufficio alla Toei Animation e inizia a scrivere la sceneggiatura per Interstella 5555. The 5tory of 5ecret 5tar 5ystem. L’uomo si chiama Leiji Matsumoto ma tutti lo conoscono come il papà di Capitan Harlock.

Musica - Daft Punk e Capitan Harlock
Un’immagine promozionale di Interstella 5555. The 5tory of 5ecret 5tar 5ystem

La storia è semplice ma ricca di sfumature e discorsi tra le righe: quattro musicisti vengono rapiti, privati dei propri ricordi e portati sulla Terra da un impresario egoista e venale che vuole farli diventare il più grande gruppo pop mai esistito (qualcuno ha detto Space Jam?).

Leiji reinterpreta ogni traccia dell’album per creare una sequenza di immagini, colori e musica al servizio della narrazione. Il risultato è una favola che restituisce allo spettatore un insieme di gesti, sguardi e movimenti ricchi di emozioni e sentimenti: romanticismo e fantascienza da un lato, denuncia nei confronti del sistema discografico dall’altro.

Divagando forse un po’ sul finale: Tartarughe Ninja e The Big Bang Theory

Scrivendo questo articolo mi sono accorto delle briciole di pane che mi son lasciato alle spalle negli anni e del disegno finale a cui mi hanno condotto.

Nel 1987 andò in onda la prima puntata della serie televisiva che più di tutte ha influito sulla mia infanzia: Teenage Mutant Ninja Turtles basata sui fumetti di Kevin Eastman e Peter Laird.

La trama è nota a tutti, quattro tartarughe cadono nelle fogne di New York e vengono a contatto con una sostanza che le trasforma in esseri antropomorfi. Un destino analogo spetta anche al loro mentore, il maestro Splinter, che successivamente le chiamerà Leonardo, Michelangelo, Raffaello e Donatello.

I pezzi del puzzle

Ecco tutti i pezzi del puzzle.

  • Fumetti: nella sua opera, Eastman ha voluto omaggiare alcuni dei capisaldi del fumetto americano degli anni Ottanta. Pare infatti che il liquido responsabile della trasformazione delle tartarughe sia lo stesso che ha dato i poteri a Matt Murdock (Daredevil). Mi stavo avvicinando al mondo dei fumetti, della Marvel, dei mutanti e degli eroi.
  • Musica: elementi come il Tecnodromo, le fogne di New York, la redazione di Channel 6 sono contraddistinti da una musica precisa influenzata dalle tendenze dell’epoca. Il culmine di questo punto sono i villain Rocksteady e Bebop ispirati agli omonimi generi. Ho iniziato così ad ascoltare le sigle, cantarle, aggiungere tracce alle mie playlist e scoprire nuovi gruppi. Forse non avrei mai incontrato Rolling Stones e Guns and Roses o scritto queste righe senza le TMNT.
  • Creatività: il nome delle tartarughe richiama i pittori più significativi del Rinascimento italiano. Penso basti a spiegare questo punto, vi pare?

Il collegamento

Le Tartarughe Ninja sono state il mio primo passo verso il mondo della musica, dei fumetti e della creatività e qualche giorno fa ho scoperto come tutto questo mi ha accompagnato fino ad oggi.

La sigla originale, intitolata Teenage Mutant Ninja Turtles venne composta da Dennis Brown e Chuck Lorre. Se i miei contatti con il primo si fermano agli anni Ottanta, avrei rivisto il secondo nei titoli di testa di Dharma & Greg, Due uomini e mezzo e soprattutto The Big Bang Theory.

Chuck Lorre, produttore di tutte queste serie, ha raccontato di aver fatto carte false per comporre la sigla delle Tartarughe Ninja anche quando la produzione gli diede solo 48 ore per registrare una demo. Insieme all’amico Dennis Brown, Lorre iniziò a leggere tutti i fumetti disponibili e contemporaneamente i due si lanciarono alla ricerca di uno studio di registrazione con poco più di duemila dollari di budget.

Si impegnarono moltissimo per inserire in trenta secondi lo spirito dello show e alla fine del secondo giorno il brano vide la luce.

Musica - Teenage Mutant Ninja Turtles
Teenage Mutant Ninja Turtles – 1987

Heroes in a half-shell

Queste ultime righe sono l’anello di congiunzione che stavo cercando.

Inizialmente guardavo il quadro dal verso sbagliato. Pensavo che musica, fumetti e creatività avessero dato vita ai supereroi ma ora mi accorgo del contrario.

Chuck Lorre e Dennis Brown erano stati messi ai ferri corti dalla produzione ma il loro desiderio di esprimersi e lasciare un segno gli ha permesso di vincere la sfida e diventare gli eroi della storia.

La sigla delle Tartarughe Ninja è stata la mia prima esperienza con il mondo della musica e probabilmente il mio cervello ha registrato l’evento sapendo che un giorno avrei capito il collegamento: implicitamente ho compreso l’importanza di seguire i sogni e le aspirazioni anche quando le circostanze sembrano avverse, di correre sempre più veloce anche se tutti i muscoli sembrano bruciare. Ho imparato che errori, fallimenti e cadute sono parte dell’equazione dell’esperienza che conduce ogni eroe a crescere e migliorare e che ognuno di noi ad un certo punto ha ricevuto maschera e mantello.

Ending on a High Note

Dedico questo articolo alla musica, ai supereroi e a tutti coloro che hanno unito i due mondi e vorrei salutarvi con una domanda: qual è stata la traccia, l’album o l’artista che ha dato il La alla vostra crescita personale e professionale?


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4 pensieri su “Musica da supereroi

  1. Questo articolo è meraviglioso, Luca.
    La musica per me è davvero tutto: è forza, conforto, aiuto, amicizia, amore, passione, tutto. Vivo con la musica per tutte le ore del giorno in cui sono sveglia.

    1. Ciao Giovy, ti ringrazio molto. Per quanto ammetto di non comprendere appieno la musica in tutte le sue sfaccettature ne sono un curioso fruitore. La ascolto in ogni situazione, soprattutto quando devo concentrarmi o mentre faccio sport. Mi aiuta a trovare una dimensione dalla quale vedere il mondo da punti di vista differenti. Come sai inoltre, la cultura pop fa parte della mia formazione e proprio da qui nasce l’idea di trovare un nesso tra i due mondi. Ho ricercato tutte le possibili connotazioni e queste sono alcune delle più interessanti anche se il discorso potrebbe continuare all’infinito e chissà che non sarà così. Potrei pensare a nuovi post relativi magari ad ambiti più specifici. A te ad esempio piacerebbe che approfondissi un tema, un eroe o un’atmosfera particolare?

  2. Un bellissimo editoriale, letto tutto d’un fiato.
    Se da un lato penso che tu avresti dovuto nascere negli anni ’70 per vivere appieno gli ’80 (è l’epoca tua senza dubbio alcuno), dall’altro penso che riscoprirli a posteriori con la maturità, e i mezzi di oggi, non abbia prezzo. Sarebbe come salire in soffitta, esplorarla e scoprire il vecchio baule con la mappa dei Goonies 😀 Detto questo, io attualmente ascolto pochissima musica, purtroppo lavorando con le parole ho necessità di tanto silenzio e nessuna distrazione (non sai la voglia di fare cecchinaggio dalla finestra per neutralizzare la gente che parla ad alta voce per strada). Anche il mio imprinting con le note è dovuto alla TV, ai film, alle pubblicità, alle serie. Il mio primo amore infatti sono proprio le colonne sonore, prime fra tutti le opere di Vangelis e Basil Poledouris.

    1. Ciao Daniela, ti ringrazio per l’apprezzamento: sappi che ho adorato la metafora della soffitta dei Goonies (lo considero un film imprescindibile). In effetti essere nato nella seconda metà degli anni Ottanta non mi ha permesso di viverli coscientemente nel momento in cui si sono sviluppati ma, come hai ben sottolineato anche tu questo mi ha dato la possibilità di crescere nella loro scia e di riscoprirli con un occhio critico più maturo. Il lato fortemente positivo a mio avviso sta nel fatto che ora posso fare confronti, analogie e capire cosa valga la pena riesumare a bordo di una DeLorean e quali gioielli è meglio lasciare sul galeone di Willy per evitare tracobetti!
      La musica è un valido compagno d’avventura ma capisco quando scrivi che a volte può risultare disturbante. Ad esempio io dopo parecchi chilometri di corsa devo riporre gli auricolari perché ho bisogno di concentrarmi su altro come ad esempio il battito del cuore, la respirazione e via dicendo.
      Infine, per quanto riguarda l’imprinting essendo nati e cresciuti in un periodo altamente influenzato dall’intrattenimento pre-internet composto da televisione, radio e prodotti editoriali credo sia comune aver mosso i primi passi nel mondo musicale proprio partendo da questi. Io ho conosciuto Phil Collins grazie alla colonna sonora di Tarzan, poi son passato ai Genesis e via dicendo. Ho scoperto i Kiss grazie alla Marvel perché c’è la leggenda secondo cui avessero mescolato il loro sangue all’inchiostro usato per un albo a fumetti.
      Tutto per me è partito da qui, da quattro tartarughe per difendere la Terra e poterlo mettere nero su bianco mi ha permesso di far luce sui collegamenti ancora invisibili tra questi due mondi!

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