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Tick Tick…Boom! La vita in musica di Jonathan Larson

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Prima del 2021 Tick Tick…Boom! mi faceva pensare al brano dei The Hives nel quale viene scandito il passare del tempo attraverso il ticchettio dell’orologio esortando l’ascoltatore ad afferrare le opportunità della vita prima che sia troppo tardi. Poi ho conosciuto Andrew Garfield e quindi Jonathan Larson. Andiamo con ordine.

Tutta colpa dell’Uomo Ragno

Le prossime righe divideranno molti lettori perché sto per mettere nero su bianco la mia preferenza agli Spider-man interpretati da Andrew Garfield rispetto a quelli con protagonista Tobey Maguire. Il mio interesse nei confronti dell’attore iniziò con Parnassus (2009) e The Social Network (2010). Attraverso Tick Tick…Boom! in cui veste i panni di Jonathan Larson firma l’ennesima prova dalla quale prende il via questo articolo.

Arriviamo a Jonathan Larson

Jonathan Larson è il compositore dietro al musical Tick Tick…Boom! Il genere allontanava la pellicola dal mio radar ma il cast e soprattutto i contesti mostrati nel trailer gli sono valsi una chance.

Negli anni Sessanta grazie ai genitori Larson scopre musica e teatro influenzato dai brani di Billy Joel, Elton John e The Who. Diventato compositore durante l’università grazie all’appoggio del lungimirante mentore Jacques Burdick alterna il lavoro come cameriere alla sua grande passione senza tuttavia riuscire a trasformarla nella principale fonte di sostentamento.

Tick Tick... boom! Larson
Jonathan Larson

New York è perfetta per il proprio messaggio ma i costi proibitivi e le difficoltà di un gruppo di coinquilini nel Greenwich Village divennero ostacoli consistenti. Larson persiste e nel 1991 compone la pièce per pianoforte Tick Tick…Boom! grazie alla quale ottiene l’apprezzamento e la raccomandazione di Stephen Sondheim (West Side Story). Il successo arriverà con Rent (1996) in cui Larson adatta in salsa newyorkese La Bohème di Puccini inserendo elementi autobiografici e tematiche socio culturali contemporanee.

Tick Tick…Boom! in breve

L’esordio alla regia di Lin-Manuel Miranda adatta l’omonimo musical di Jonathan Larson portando sullo schermo il sogno americano senza snaturare o esagerare la vita del compositore. Tra ordinazioni al ristorante, uscite con gli amici e workshop essa diventa il fulcro attorno al quale ruota l’intera trama. Miranda scompare lasciando in primo piano il talento musicale di un artista ispirato dal quotidiano che amalgama indissolubilmente le dimensioni di sogno e realtà in una commedia lunga otto anni.

Tick Tick... boom! Garfield
Andrew Garfield interpreta Jonathan Larson nel film Tick Tick…Boom!

I temi dell’America anni Sessanta come insicurezza economica, omofobia e HIV diventano la materia prima prediletta per Larson che alla soglia dei trent’anni è in bilico tra successo e rovina. Il tempo scorre, la giovinezza è ormai un ricordo e ogni ticchettio rafforza l’idea del fallimento. La macchina da presa però si concentra sulla capacità dell’artista di soverchiare il ritmo monotono dell’esistenza dell’uomo cambiando spartito e riempiendo i vuoti della precarietà e dei problemi quotidiani con le note di una musica nuova. Il boom che accompagna il titolo rappresenta il tuono che attende paziente il momento per dare sostanza al buio e al silenzio lasciati dal lampo.

Tick Tick... boom! Musical
Una delle copertine prodotte per il musical di Larson

L’interpretazione di Garfield evidenzia la volontà instancabile del suo personaggio di modellare un’entità che rappresenti il sentimento di amore nei confronti di un’arte innata che scorre tra i tasti del pianoforte in attesa di essere liberata. I riflettori non lo interessano e in maniera simile a Pirandello Larson sente il bisogno di raccontare la propria esistenza attraverso l’unico strumento che è in grado di padroneggiare.

Rinunce

La strada per Broadway è complessa e il regista sottolinea le difficoltà incrociate da Larson durante il cammino senza dimenticare di esaltarne vitalità e forza nel mantenere salde le proprie convinzioni. Lo spettatore è invitato a prendere parte allo spettacolo in modo analogo a Elvis di Baz Luhrmann solo che qui è Garfield a caricarsi sulle spalle il vortice di circostanze dirigendo mimica, emotività e silenzi come strumenti di una grande orchestra.

Otto è una buona risposta

Nelle prime scene del film Patch Adams (1998) Robin Williams incontra un vecchio pazzo (Harold Gould) in manicomio che mostrando la mano chiede a chiunque di indicargli il numero di dita alzate in quel momento. Alla risposta apparentemente corretta quattro lui risponde con insulti e parolacce. Mi ha sempre colpito la filosofia nascosta dietro quel piccolo espediente e negli anni ho imparato a renderla quotidiana. La spiegazione è di non concentrarsi sulle dita perché esse rappresentano il problema. Guardando oltre invece si intravedono le opportunità e per un effetto ottico il numero raddoppia. Tick Tick…Boom! è interessante perché amplifica questa logica alla dimensione dei sogni e delle speranze che ognuno conserva nel proprio cuore.

It’s too late, it’s too soon, or is it…

Tick Tick Boom – The Hives

Il musical di Larson come il brano dei The Hives è un invito a perseverare e a non darsi mai per vinti. Fallimento, dolore e sconforto sono parte della vita ed è inutile fingere che non esistano o peggio perdere le opportunità che nascondono. Il boom è contemporaneamente metafora di costruzione e distruzione quindi perché non provare a cambiare punto di vi(s)ta?


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