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Daisy Jones & The Six – La più grande rock band degli anni Settanta

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Daisy Jones & The Six e Jonathan Larson sono artisti che non avrei mai scoperto senza il cinema o qualche vecchio juke-box. Andiamo con ordine.

Il gruppo verosimile che non esiste

Nel 2019 la scrittrice statunitense Taylor Jenkins Reid pubblica un romanzo in cui immagina ascesa e declino di una rock band ispirata marginalmente a Fleetwood Mac e Rolling Stones. Nel 2023 il testo viene adattato e reso disponibile sotto forma di miniserie intitolata Daisy Jones & The Six. Il gruppo quindi non esiste ma è reso verosimile dalla sceneggiatura di Scott Neustadter e Michael H. Weber pregna di elementi rock and roll. Ogni protagonista è lanciato a tutta velocità sulla superstrada degli eccessi che alterna droga, sesso e auto esaltazione. Avendo all’attivo solamente un album e un tour nazionale i componenti del gruppo appaiono come figure leggendarie e Daisy Jones & The Six è riconosciuta come la più grande rock band al mondo. A tal proposito la scrittrice pare essersi ispirata alla cantante e compositrice Stevie Nicks (Fleetwood Mac) per la sua Daisy.

Daisy Jones & The Six in breve

Dall’incipit si legge che la miniserie seguirà l’evoluzione del più grande gruppo musicale degli anni Settanta finché un elemento non ben specificato creerà una crepa alimentando il clima di tensione percepibile tra i protagonisti sin dalle prime scene. Nessuno pare conoscere il motivo della loro separazione e i due sceneggiatori hanno pensato di ricostruire le vicende in un formato a metà tra documentario e fiction.

Daisy Jones & The Six_Riley Keough interpreta Daisy
Riley Keough interpreta Daisy

Il racconto inizia a Petersburg (Virginia) quando Graham Dunne (Will Harrison) decide di riunirsi nel garage di un amico per fare musica insieme ad altri compagni di scuola supervisionati dal fratello Billy (Sam Claflin). Per una serie di circostanze legate al produttore Teddy Price (Tom Wright) il gruppo incontra una giovane dalle spiccate doti canore che vuole chiudere col passato e diventare compositrice: Daisy Jones (Riley Keough). Da qui la serie alterna flashback a racconti diretti sotto forma di intervista ai membri della band per far luce sul motivo dello scioglimento avvenuto ormai vent’anni prima.

Perché sembra verosimile

Daisy Jones & The Six colpisce perché catapulta lo spettatore in una dimensione potenzialmente reale. Senza la menzione al romanzo infatti chiunque non sia un tuttologo della musica è portato a pensare che la band sia esistita veramente. Le canzoni di ogni episodio sono disponibili sotto forma di album e l’intensa tracklist del fantomatico tour statunitense è racchiusa nel disco Aurora cantato, inciso e prodotto dagli stessi protagonisti.

Daisy Jones & The Six_Aurora
Cover dell’album Aurora (2023)

Atmosfere, costumi e fotografia ricreano la dimensione rock and roll tipica di gruppi come Rolling Stones e Aerosmith. I colori sgargianti vengono invecchiati dal fumo delle sigarette accese in continuazione. Alcol e droga sono compagni inseparabili di quasi tutti i membri della band. Giacche e stivali in pelle, capelli lunghi e baffi costituiscono uno stile iconico senza trasformare i soggetti in macchiette. In tal modo la trama si mantiene credibile e il tempo del flashback si diversifica dal presente in cui avvengono le interviste a Daisy Jones & The Six vent’anni dopo il declino.

Il cast della serie gioca un ruolo importante alla buona riuscita finale perché gli attori si immedesimano a tal punto nel personaggio da nascondere il lato recitativo e mettere in mostra una specie di seconda identità. Billy e Daisy non sembrano essere mai stati Sam e Riley perché la loro direzione li rende naturali nelle scene sul palco come in quelle in studio o durante la tournée.

Daisy Jones & The Six_Daisy e Billy
Cover di Daisy Jones & The Six su Prime Video

Realtà e finzione si confondono come in un romanzo di Lovecraft rendendo quella di Daisy Jones & The Six una storia sull’arte di fare musica e sui nodi che vengono al pettine durante un processo creativo quando molteplici spiriti apparentemente affini si riuniscono sotto lo stesso tetto.

La passione per la musica è onnipresente in una serie incentrata su famiglia, amicizia, amore, crescita, dolore e odio ma soprattutto sull’interpretazione di due anime gemelle come ognuna il proprio riflesso allo specchio. Daisy e Billy camminano in punta di piedi sul filo dell’essere una coppia non vedendo tuttavia nel partner un potenziale amante bensì un’eco di sé stessi in un egocentrico e costante bisogno di approvazione.

Continua…

Daisy Jones & The Six non è perfetta anzi i fatti narrati semplificano parecchio l’ascesa del gruppo e alcune scene sembrano contribuire più che altro ad alimentare la curiosità per il libro di Taylor Jenkins Reid. Eppure le riflessioni su scrittura, poetica e sulla necessità di trovare il giusto contesto per poter costruire qualcosa che valga la pena leggere, vedere o ascoltare catturano l’attenzione ad ogni passaggio.

Did we unravel a long time ago?

Is there too much we don’t wanna know?

I wish it was easy, but it isn’t so

Look At Us Now (Honeycomb)

Stravolgendo il punto di vista si potrebbe perfino affermare che la storia della band più famosa degli anni Settanta in America sia in realtà un pretesto per discutere sulla difficoltà di creare arte che non sia solo apparenza ma rappresenti una sostanza vera. Daisy è un personaggio perfetto in questa visione perché per diventare ciò che ha sempre voluto essere rinnega sé stessa e le sue origini benestanti, muore e rinasce in continuazione alla costante e futile ricerca di una forma che tuttavia non la rispecchia mai appieno.

Riley Keough e Sam Claflin interpretano rispettivamente Daisy e Billy
Riley Keough e Sam Claflin interpretano rispettivamente Daisy e Billy

Billy allo stesso modo possiede fin da subito tutto ciò che renderebbe felice un uomo eppure si completa solo attraverso una battaglia vocale con la sua controparte che è contemporaneamente Eros e Thanatos.

Daisy Jones & The Six è interessante per le molteplici chiavi di lettura, la prova attoriale, la musica ma soprattutto perché finché non ho scoperto che era tratta da un libro io ci ho creduto.


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