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Viaggiare in modo nerd: Tokyo e New York

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Qualche anno fa ho trascorso uno dei migliori capodanni di sempre a New York non solo per l’atmosfera incredibile che solo la Grande Mela sa regalare o per la compagnia eccezionale ma soprattutto per la strana sensazione di conoscere la città ancor prima di arrivare.

Guardando il Brooklyn Bridge immaginavo che da un momento all’altro sarebbero apparsi gli Avengers o l’ennesimo villain seguito a ruota dall’uomo ragno impegnato nel tentativo di impedirgli di distruggere la città. A Coney Island ogni cosa urlava Warriors, come out to play!

New York nella cultura nerd attraverso un'illustrazione da Il suono del mondo a memoria di Giacomo Bevilaqua
Credits: BAO Publishing

Da questo espediente è nata l’idea di scrivere un articolo che racconti due città, Tokyo e New York attraverso la cultura nerd.

Partiamo da un assunto, essere nerd non significa (solo) immaginarsi alla guida di astronavi spaziali o a cavallo di draghi millenari mentre infuria una battaglia ma avere quel pizzico di curiosità in grado di scalfire la superficialità del reale e approfondire i concetti riscoprendoli sotto nuovi punti di vista.

Tokyo tra cibo, tradizione e carnet de voyage

Per raccontare Tokyo e l’esperienza giapponese in generale ho scelto una serie TV intitolata Midnight Diner e i magistrali acquerelli di Igort.

Attraverso gli occhi del gestore di una piccola taverna situata nel quartiere di Shinjuku, Midnight Diner racconta la parte più intima e meno conosciuta della cultura giapponese.

Copertina di Tokyo Stories su Netflix
Credits: Netflix

Il cuoco offre un menu limitato di portate ma permette ai clienti di avanzare proposte: se ne sarà in grado e avrà a disposizione gli ingredienti necessari, cercherà di soddisfare qualunque richiesta.

Puntata dopo puntata, la porta del ristorante si apre e lo spettatore viene a conoscenza della vita di un nuovo cliente, delle sue aspirazioni, dei suoi problemi e di come intende affrontarli; tutto questo è accompagnato da un piatto specifico, la cui ricetta viene svelata alla fine dell’episodio.

I punti di forza della serie sono molteplici a partire dalla decisione di lasciare il doppiaggio originale (sottotitolato). Se a prima vista potrebbe sembrare una scelta errata, secondo me offre invece una miglior comprensione delle vicende, contribuendo al miglioramento dell’atmosfera e della resa globale della scena.

Le parole, il tono con il quale vengono pronunciate e la mimica facciale degli attori sono fondamentali per gustare appieno le Tokyo Stories.

Un altro aspetto che mi ha colpito è l’eterogeneità della clientela. Ogni volta che pensavo ora le ho viste proprio tutte venivo immancabilmente smentito. Al tavolo si siedono indistintamente marinai, giocatori d’azzardo, spogliarelliste, esponenti della mafia giapponese, programmatori di videogiochi, fruttivendoli. Il cuoco qui mostra una profonda vena di umanità verso i propri clienti non rifiutandosi mai di dar loro una spalla su cui appoggiarsi in caso di necessità e qualche parola di conforto.

Tokyo in una tavola tratta da La taverna di mezzanotte edito da BAO Publishing
Credits: BAO Publishing

Sia la serie televisiva, sia il manga pubblicato recentemente da BAO Publishing sono un esempio di semplicità e di narrazione genuina che riesce a conquistare proprio perché mostra ciò che normalmente non viene messo sotto i riflettori ma che rappresenta la vera essenza della quotidianità di un paese e di una cultura.

Midnight Diner è una di quelle serie da guardare attentamente per potersi immedesimare e provare la sensazione di essere davvero seduti al bancone insieme agli altri.

Concedendole il giusto tempo infatti, le musiche e le atmosfere si trasformeranno pian piano in un’esperienza sensoriale a tutto tondo capace di abbattere la quarta parete e conquistare lo spettatore. Per me almeno è stato così!

Quaderni giapponesi e l’arte dei carnet de voyage

Igort, all’anagrafe Igor Tuveri è un fumettista e regista italiano che fin da piccolo sognava di lavorare nel mondo dell’illustrazione giapponese.

Come spesso accade quando si desidera qualcosa intensamente, essa viene idealizzata diventando una specie di paradiso terrestre.

Quaderni giapponesi racconta l’esperienza personale dell’autore e il modo in cui la sua immaginazione incontra la realtà dei fatti.

Fu anche, ovviamente, l’ingresso in un mondo nuovo, un universo fatto di regole indecifrabili che all’epoca si manifestavano come lunari e fascinose

Quaderni giapponesi – pagina 28

Oltre alla parte linguistica vi era infatti uno stravolgimento completo delle abitudini e degli spazi.

Illustrazione della camera di Tokyo da Quaderni Giapponesi - pagina 29
Credits: Igort

Igort sottolinea costantemente i contrasti tra la cultura orientale e quella occidentale mostrando ad esempio come il numero di pagine prodotte da un disegnatore giapponese in una settimana corrisponde al lavoro di un anno per un italiano.

Sempre sull’onda delle differenze, i colori diventano strumento narrativo: le tinte calde rappresentano gli istanti vissuti intensamente e in modo appagato del suo soggiorno nel Paese del Sol Levante. Al contrario, scene lavorative e momenti di smarrimento vengono raccontati sfruttando colori freddi e un tratto distaccato e spigoloso.

Quaderni giapponesi viene presentato sotto forma di carnet de voyage, taccuini che raccolgono appunti, riflessioni, schizzi, bozzetti, biglietti del treno e altri materiali che rendono l’esperienza del lettore multisensoriale: immaginate di visitare un luogo nuovo lasciando a casa smartphone e fotocamere e di avere con voi solo un block notes per annotare ciò che vi colpisce maggiormente; una sfida che Igort vince a pieni voti. 

Dopo aver viaggiato nell’Impero del Sole rosso, con il prossimo consiglio ci spostiamo nel cuore del continente americano con una storia a colori ambientata a New York.

Il suono di New York a memoria

Il nome di Giacomo Bevilaqua in Italia viene associato soprattutto alla figura di Panda, il suo prodotto di punta a livello editoriale.

Nel 2016 però, grazie a Il suono del mondo a memoria decide di alzare l’asticella e realizzare una graphic novel con la quale sperimenta l’uso del colore e una narrazione diversa e più matura.

Il protagonista, Samuel Page, è un fotografo che per un progetto lavorativo decide di trasferirsi per un paio di mesi a New York evitando però qualunque contatto con le altre persone. L’affitto viene pagato facendo scivolare una busta sotto la porta della padrona di casa, il caffè al bar è ordinato grazie a un biglietto e pagato in contanti.

Ogni minimo dettaglio viene organizzato per ottimizzare al massimo il livello di isolamento. Dalla mattina alla sera, Samuel indossa enormi cuffie grazie alle quali ascolta una playlist composta da una singola traccia mandata costantemente in loop.

Samuel Page ascolta sempre una sola canzone durante il racconto ambientato a New York di Giacomo Bevilacqua
Credits: BAO Publishing

La storia si dipana e alla fine ogni cosa acquista un senso ma ciò che colpisce è ancora una volta lo sfondo della vicenda, il racconto per immagini di una New York come non si era mai vista prima e che entra in conflitto con la città caotica e veloce alla quale siamo normalmente portati a pensare.

Attraverso tavole complesse, elaborate e ricche di colori e sfumature, l’autore infonde alla Grande Mela atmosfere uniche dimostrando come la città sia in costante metamorfosi e non esistano due visioni simili dello stesso angolo.

Il suono del mondo a memoria - Nerd tra Tokyo e New York
Credits: BAO Publishing

Essendo filtrato dal punto di vista di un fotografo, le inquadrature lasciano emergere i particolari che talvolta sfuggono ad una prima occhiata sempre troppo veloce.

La narrazione didascalica sottolinea il desiderio di isolamento del protagonista e trasporta il lettore in un mondo di dettagli e vedute della città note e meno note dal forte sentore di casa.

Come una guida di viaggio, indirettamente Bevilacqua confeziona una serie di tavole che accompagnano nella scoperta della quotidianità newyorkese più semplice e genuina: dalle scene da serie TV nelle caffetterie sparse per il centro ai musei riportati con incredibile talento e minuzia di particolari.

Se come è successo a me alla fine dell’ultima pagina vorrete ricominciare la lettura daccapo, vi consiglio di sbirciare oltre la quarta di copertina: troverete una profonda ode, un amore e un’empatia puri nei confronti di una città che l’autore ben conosce e alla quale è fortemente legato.


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2 pensieri su “Viaggiare in modo nerd: Tokyo e New York

  1. Abbiamo amato follemente il Giappone e al nostro rientro ci siamo fiondati su Netflix per riassaporare quella magica atmosfera guardando e riguardando Midnight Diner: Tokyo Stories! Poi sono arrivati anche i manga della BAO Publishing per farci sognare ancora una volta!
    Molto bello questo viaggio insolito tra New York e Tokyo!

    1. Ciao ragazzi, capisco bene cosa intendete perché a me è successa la stessa cosa per Islanda e Irlanda. Ancora oggi quando ho voglia di riassaporare quelle atmosfere sfoglio i libri che avevo preso per l’occasione e gli album di foto, oppure cerco le varie serie ambientate in loco. Midnight Diner: Tokyo Stories ha la caratteristica di essere veramente semplice e secondo me è grazie a questo che fa centro. Racconta alcuni dettagli della cultura giapponese in modo leggero e reale, senza paura di essere giudicato. L’attore che interpreta il cuoco inoltre è incredibile, ci si affeziona per forza! Per New York, vi consiglio Il suono del mondo a memoria, soprattutto se amate la fotografia!

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