Wander Allen

L'opinione che non ha la presunzione di essere giusta

Home » La straordinaria avventura dei cugini Bone

La straordinaria avventura dei cugini Bone

Condividi

Venerdì sera, ore 23:55 circa, ho appena finito di vedere un film e sto per andare a letto ma mi sorprende una strana voglia di ancora cinque minuti che mi porta a vagare per il salotto in cerca di qualcosa per placarla.

Switch? Mi conosco, non smetterei più, e poi sono a un punto di Zelda che se va bene mi impegna almeno due ore e domattina devo svegliarmi presto.

YouTube, Twitch? A quest’ora tanto varrebbe riaccendere la TV.

No, serve altro, recupero il telefono dalla libreria e davanti a me una copertina recita Bone.

Il giro del mondo! In questa frase c’è di che ispirare orgogliosi sensi; ma dove mai conduce tutta questa circumnavigazione?

Herman Melville – Moby Dick (pag. 303)

Prendo il libro, lo apro a caso e leggo un paio di pagine accorgendomi solo dopo quattro ore di essere stato completamente rapito dalla storia.

Tra gli anni Novanta e i primi Duemila, Jeff Smith pubblica per la prima volta una serie di fumetti intitolata Bone, che narra le vicende di tre cugini che, dopo essere stati cacciati dalla propria città, si ritrovano di colpo in un deserto sconfinato.

Lì vengono investiti da uno sciame di locuste, che li separa facendo finire Fone in una foresta e gli altri due, Smiley e Phoney in un villaggio vicino.

Da questo momento in avanti, i tre vivranno un’avventura epica che tratteggia l’epopea tolkeniana.

Cercando di riunirsi, conosceranno nuovi personaggi apparentemente normali, dal sentore di un passato misterioso che di lì a poche pagine riemergerà per scombinare le carte in tavola.

Bone_03

Influenze e personaggi principali

Carl Barks è un nome che apparentemente potrebbe non dire nulla alla maggior parte dei non addetti ai lavori ma basta citare alcune sue invenzioni quali Paperino, Zio Paperone e il trio Qui, Quo e Qua per ritrovare la strada di casa.

I tre cugini Bone ricalcano gli stereotipi dei personaggi disneyani mescolati talvolta alle spassose battute dei Peanuts di Schulz.

Fone è il protagonista, puro di cuore e disposto a dare tutto se stesso per le persone alle quali vuol bene. Durante la vicenda s’innamora dell’umana Thorn sottolineando il concetto sentimentale in grado di abbattere ogni barriera; indosserà la maschera del bardo, del guerriero, e di mille altre icone classiche.

Smiley, il braccio destro combina guai che tutti vorrebbero avere come amico. I riferimenti a Pippo si sprecano ma ciò che colpisce è comunque una grande bontà d’animo e integrità morale.

Ci sono momenti durante la narrazione, nei quali viene convinto a compiere azioni non proprio corrette che in qualche modo riesce tuttavia a rendere etiche proprio grazie al suo carattere scanzonato.

Inoltre, anche nei punti in cui tutti si lascerebbero fuorviare e inizierebbero a pensare solo a loro stessi, ecco che invece Smiley, forte di un’ingenuità fanciullesca, pone la giustizia delle proprie azioni in primo piano, anche a costo della vita.

Phoney infine è lo Zio Paperone della vicenda, perennemente alla ricerca di un modo per arricchirsi e alimentare il proprio ego smisurato, approfittando delle situazioni che di volta in volta le vicende gli pongono davanti.

Per quanto inizialmente possa sembrare il più odioso del gruppo, la maggior parte delle disavventure infatti sono legate ai suoi infallibili piani, scavando sotto la superficie si scopre una personalità altruista che lo porterà, nei momenti decisivi, a fare la cosa giusta.

Oltre al trio del brio, ci sono molteplici altri personaggi importanti, che tuttavia non voglio approfondire proprio perché sono parte di un intreccio capace di sorprendere a ogni pagina.

Mi soffermo solo sull’ambientazione della vicenda che si svolge in un mondo anacronistico rispetto alla moderna città di Boneville dalla quale provengono i tre cugini.

Al contrario di altri titoli simili, nell’avventura di Jeff Smith non esiste un momento riconoscibile nel quale avviene il passaggio dal mondo reale a quello fantastico.

Dopo essersi persi, i nostri eroi semplicemente si risvegliano in un tempo diverso, abitato da insetti, creature ratto (o rattodonti), umani che tuttavia hanno le abitudini tipiche delle saghe fantasy: cacciatori, agricoltori che vivono di baratto e bevono birra alla locanda, soldati in lucide armature, draghi dormienti e mostri, un sacco di mostri.

Citando Neil Gaiman, i Bone sono l’anomalia apparentemente irrilevante per il mondo in cui si sono ritrovati, eppure diventano il motore della storia che altrimenti con tutta probabilità non sarebbe stata così interessante.

Un fumetto per tutti

Bone è un fumetto che non conosce limiti d’età e può essere letto da chiunque.

Jeff Smith unisce brillantemente la sua passione per le avventure e l’epica che legge da bambino con un desiderio di esplorare e di espandere il bagaglio culturale degli autori che lo hanno formato.

Tutto ciò che chiede è la pazienza di approfondire un mondo che non può essere semplicemente sfogliato: Bone sa divertire con gag esilaranti, una su tutte l’amore per la quiche delle creature ratto, e un distintivo umorismo che tuttavia sono solo la punta di un iceberg ben più profondo.

Bone_04_01

I personaggi sono semplici per dar modo al lettore, come in un gioco di ruolo, di immedesimarsi in loro e guidarli dalla prima all’ultima pagina.

Le avventure strizzano l’occhio ai classici senza tuttavia dimenticarsi spunti riflessivi e approfondimenti caratteriali.

Capitolo dopo capitolo, l’autore ricopre il ruolo di master, burattinaio onnisciente: ogni momento è premeditato e anche se apparentemente i protagonisti (e il lettore) possono contare sul libero arbitrio, dietro ogni mossa è già pronta una conseguenza.

La crescita

Uno degli aspetti interessanti di Bone è il costante crescendo che accompagna l’avventura. Mentre i tre cugini non cambiano più di tanto, tutto intorno a loro evolve.

Non solo i personaggi come Thorn, Nonna Ben e Lucius si scoprono legati a un passato misterioso che ne guiderà le azioni future ma l’intero comparto editoriale passa dall’essere quasi caricaturale a vero e proprio romanzo che non ha nulla da invidiare a letture più classiche e cervellotiche tanto da essere definito, a ragion veduta, molto simile nei toni e nei metodi di sviluppo al Signore degli Anelli.

La storia editoriale di Bone è un altro punto cardine per comprendere le sfaccettature del fumetto in generale. Jeff Smith infatti pubblicò la prima edizione sotto forma di albi separati che solo successivamente avrebbero composto un’opera omnia.

Se questo da un lato ha portato allo sviluppo di vicende facilmente riconoscibili che potrebbero rappresentare delle storie a se stanti, come la grande corsa delle mucche o l’incredibile il doppio o niente, dall’altro ogni uscita ha contribuito alla creazione di una serie di mondi in miniatura, pieni zeppi di dettagli, che poco a poco comporranno la grande mappa finale.

Per questo motivo talvolta la trama principale sembra momentaneamente accantonata ma in verità tutto è parte di un disegno complesso e articolato che forse non è evidente se non dopo una seconda lettura approfondita dell’opera.

Il mio personaggio preferito

Per la prima volta da quando scrivo recensioni, mi trovo a fare una specie di classifica decretando una delle motivazioni che mi spinge a consigliare questo libro.

Di tutti i personaggi presenti, il mio preferito è senza dubbio Smiley.

Come ho accennato qualche riga fa, mi ha colpito la sua visione del mondo come di gioco continuo: il bone con il gilet affronta ogni situazione con leggerezza sintetizzando tuttavia una profonda purezza d’animo in grado di guardare oltre la superficie: più di una volta asseconda Phoney nei suoi loschi piani per arricchirsi semplicemente perché è suo cugino e sa che in fondo è una brava persona.

Verso la fine, quando tutti gli intimano di lasciare indietro Bartleby per mettersi in salvo, lui pone l’amicizia con il piccolo cucciolo di creatura ratto davanti al suo stesso sangue.

Smiley è goliardico, pasticcione e le sue fattezze lo rendono un comico eccellente, ma proprio come ogni altro aspetto di questo incredibile romanzo fantasy a fumetti, sono proprio i dettagli a mostrare il suo vero aspetto e a creare quell’enorme epopea di oltre mille pagine che è stata in grado di appassionarmi e consiglio a chiunque voglia vivere un’avventura straordinaria.


Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto
error: Content is protected !!