Wander Allen

L'opinione che non ha la presunzione di essere giusta

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The Watercolor World

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La storia che state per leggere ha inizio molto prima di questo paragrafo ma è bene introdurla nel modo corretto.

Nel 1765 i coniugi Niépce danno alla luce il loro primogenito Joseph nel piccolo comune francese di Chalon-sur-Saône. Quasi trent’anni più tardi mentre si trova a Cagliari per approfondire le tecniche sull’utilizzo della stampa calcografica, quest’ultimo sperimenta un composto chimico in grado di resistere alla corrosione degli acidi usati nel processo di fotoimpressione. Grazie a questa scoperta Joseph scattò la prima fotografia della storia: Point de vue du Gras (Vista dalla finestra a Le Gras).

Point de vue du Gras
Point de vue du Gras

Fast forward

Circa cinquant’anni più tardi il giovane Niépce conosce Louis Daguerre durante un viaggio a Parigi e insieme regalano al mondo il dagherrotipo, un primo timido esempio di fotografia.

Fast too forward

Nel 1888 un gruppo di persone a Washington si pone l’obiettivo di migliorare e diffondere le conoscenze geografiche stimolando la gente a prendersi cura del proprio pianeta: nasce così la National Geographic Society.

Le ricerche e le esplorazioni finanziate dalla società vengono raccolte da quell’anno nell’omonima rivista che nel tempo è diventata un punto di riferimento per fotografi e fotoamatori da ogni parte del globo.

Present day

Indipendentemente dallo schermo sul quale state leggendo queste righe in pochi click potreste recuperare facilmente immagini del punto più a Nord del pianeta o teletrasportarvi nella Città Proibita e non penso manchi molto prima di riuscire a correre sulla Grande Muraglia con i pattini come cantava il Genio in Aladdin.

Sento spesso affermare che non esiste più niente di nuovo da scoprire. Non sono d’accordo ma accetto la provocazione per tornare indietro nel tempo.

DeLorean, 88 miglia all’ora e andiamo ovunque prima del 1900 ovvero prima che la fotografia si imponesse come mezzo principale per raccontare il mondo.

Prima della fotografia: gli acquerelli

Quando le fotocamere erano grandi come i primi computer ed era più semplice spostare i soggetti dei supporti, la maggior parte dei ritratti e delle vedute di paesaggio erano realizzati su carta o tela mediante tecniche come pittura o acquerello. Soprattutto quest’ultimo metodo ebbe un’interessante sviluppo nell’ambito delle esplorazioni perché risultava facile da trasportare e permetteva di realizzare schizzi, bozzetti da trasformare successivamente in vere e proprie opere.

The Watercolor World - Alexander Robertson_Hudson's River from Chambers Creek looking thro' the High Lands_British Library
Alexander Robertson – Hudson’s River from Chambers Creek looking thro’ the High Lands – British Library

Personalmente inoltre ho sempre trovato affascinante il mondo dei taccuini di viaggio perché le illustrazioni mantengono l’aspetto delicato proprio dell’esperienza del luogo visitato.

Che fine hanno fatto queste cartoline del mondo?

Proprio per la loro caratteristica evanescente gli acquerelli realizzati in passato sono molto difficili se non impossibili da censire non solo per la produzione sterminata ma anche perché contano vari elementi trascurabili.

Esistono archivi, collezioni private e magazzini colmi di materiale che potrebbe illuminare in modo nuovo il passato e la Storia che conosciamo ma sarebbe folle provare a catalogarli…o forse no!

I folli di The Watercolor World

Nel 2018 Fred Hohler e Javadi Marandi fondano The Watercolor World, un ente di beneficenza con sede nel Regno Unito che collaborando con collezioni pubbliche e private in tutto il mondo lavora per creare un database gratuito di acquerelli documentali dipinti prima del Novecento. Da una loro intervista emerge la volontà di percorrere la stessa strada della National Geographic Society non fermandosi al lato conservativo ma cercando di dare nuova vita alle immagini affinché diventino argomento di discussione e scoperta.

Rendendo la storia visibile a più persone possiamo approfondire la nostra comprensione del mondo

Da dove provengono e come vengono selezionati gli acquerelli

Gli acquerelli provengono da enti pubblici (biblioteche, archivi e musei) e collezioni private. Una volta raccolti vengono mantenuti quelli realizzati prima del 1900 e successivamente selezionati in base a quanto siano in grado di raccontare e documentare un luogo o un avvenimento.

Anonimo_Panorama of Florence from San Miniato_Clive Crowley Collection
Anonimo – Panorama of Florence from San Miniato – Clive Crowley Collection

Le immagini che dimostrano una chiara connessione con persone, luoghi o eventi dei quale l’artista avrebbe potuto fare esperienza in prima persona sono le più importanti perché restituiscono un punto di vista realistico. Al contrario dipinti di battaglie avvenute prima della sua nascita vengono esclusi perché appunto viene meno tale connessione diretta.

Catalogazione degli acquerelli

Superata la selezione si cerca di creare il giusto contesto alle immagini aggiungendo informazioni e dettagli (luogo e periodo). Ogni acquerello è infine contraddistinto da una categoria che ne specifica il tema più ampio per renderlo facilmente catalogabile e reperibile all’interno del sito (viaggi e trasporti, industrie e professioni, persone e ritratti, flora e fauna, paesaggi e architettura) e da una serie di tag di contorno.

The Watercolor World - Luigi Mayer_Veduta dell'Etna da Belpasso_British Museum
Luigi Mayer – Veduta dell’Etna da Belpasso – British Museum

Un’immagine di persone che passeggiano in montagna apparterrebbe alla categoria persone ma avrebbe come tag ad esempio montagna, flora e viaggi.

Ho visto un acquerello che vorrei usare, posso?

Le immagini provenienti dalle collezioni pubbliche di solito sono libere e gratuite senza restrizioni sul copyright. È tuttavia possibile che alcune di esse debbano essere attribuite al collezionista o al museo che le ha rese disponibili secondo le classiche normative in materia di utilizzo.

Challenge per viaggiatori e non solo

Una volta che avrete finito di leggere questo articolo, se vi ha interessato, date un’occhiata al progetto The Watercolor World. Noterete la genuinità dell’idea e la semplicità con la quale i due fondatori hanno contribuito ad allargare l’associazione integrando esperti e volontari. Fred e Javadi non vogliono sfruttare il proprio impegno per fini personali ma con esso mirano a ridisegnare il mondo prima dell’avvento della fotografia ricercando costantemente nuovi collaboratori.

The Watercolor World: Johann Georg Volmar_Mont Blanc, Gesamtansicht_Swiss National Library
Johann Georg Volmar – Mont Blanc, Gesamtansicht – Swiss National Library

Come scritto all’inizio è da pazzi pensare di realizzare un database così ampio perché consta di luoghi da riconoscere e momenti storici da attribuire. Per questo motivo in varie zone del portale, The Watercolor World sfida chiunque voglia cimentarsi nella prova ad aggiungere nuovi dettagli alle opere in mostra oppure a revisionare categorie, tag, posizioni e via dicendo. Ammettiamolo, è intrigante!

Gioco a due

Nel 2001 Jimmy Wales e Larry Sanger pensarono che un’enciclopedia condivisa avrebbe permesso la diffusione della conoscenza in modo libero e universale.

Nel 1976 due ragazzi della Silicon Valley convinsero il proprietario di un negozio di elettronica a pagare 500 dollari per ognuno dei cinquanta processori dotati di schermo che gli avevano proposto senza nemmeno avere un luogo fisico dove assemblarli.

Nel 1973 un bimbo fa il suo primo giro in kart su una pista di Kerpen. Qualche anno dopo avrebbe convinto anche il fratello che era un gioco divertente.

Questi sono solo tre semplici esempi di come Wikipedia, Apple e i fratelli Schumacher abbiano contribuito a spingere i rispettivi settori a innovare e ricercare al fine di migliorare la cultura globale.

The Watercolor World: Charles D'Oyly_City of Verona from the bridge_Yale Center for British Art
Charles D’Oyly – City of Verona from the bridge – Yale Center for British Art

Fred e Javadi forse non sono allo stesso livello ma basta pensare alle emozioni sprigionate dalle vecchie fotografie per capire quanto in verità nel suo piccolo The Watercolor World sia in grado di illuminare nuovi punti di vista sulla Storia comune.

Se pensate che non abbia i numeri vi ricordo che all’inizio nemmeno Superman sapeva volare.


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