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L'opinione che non ha la presunzione di essere giusta

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Licorice Pizza

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Il titolo di questo articolo dovrebbe essere il famigerato Licorice Pizza. Nonostante i tentativi di vederlo in sala infatti il biglietto dorato è sempre riuscito a sfuggirmi. Dopo la prima visione in piattaforma tuttavia ho interpretato l’accaduto come parte stessa della filosofia del regista Paul Thomas Anderson.

Licorice Pizza in una riga

Gary incontra Alana e iniziano a correre.

Licorice Pizza-Gary e Alana
Credits: Eagle Pictures

Ora le altre righe

Gary è un giovane attore di quindici anni. La scuola è lo sfondo di una carriera ormai avviata nel ramo imprenditoriale. Iconica la frase mia mamma lavora per me.

Alana è una ragazza di venticinque anni. La scuola è un ricordo e lavora per la compagnia fotografica che si occupa di confezionare l’annuario del liceo in cui studia Gary. Odia il proprio lavoro, non ha ambizioni e non riesce a vedere più in là di qualche giorno nel futuro. La fanciullezza che arde in Gary è ormai spenta nella vita di Alana. Mentre il primo si muove come se non esistessero conseguenze la seconda ha già toccato con mano un’esperienza di realtà.

Stop. Un necessario passo indietro

Prima di proseguire è importante mettere sotto i riflettori l’origine del titolo Licorice Pizza. Inizialmente infatti esso doveva essere Soggy Bottom, il primo e poco sexy nome del negozio di materassi aperto da Gary. Tuttavia Anderson vuole sottolineare le atmosfere della San Fernando Valley e della California degli anni Settanta a cui è emotivamente legato. Decide così di rifarsi a una catena di negozi di dischi denominata appunto Licorice Pizza.

Licorice Pizza-Comparazione tra l'insegna degli store di musica e la copertina del film
Comparazione tra l’insegna del negozio di musica e la locandina del film

Pare che a loro volta essi traessero ispirazione da una nota ironica contenuta nell’album Bud & Travis in concert del 1960. Le bobine del cinema come i vinili vengono spesso associati al termine pizza e il colore degli ultimi rende lampante il collegamento con la liquirizia. Mangiare una Licorice Pizza è fuori discussione perché i gusti non si appartengono ma l’idea di assaggiarla prende piede al pensiero che in fondo potrebbe rivelarsi sorprendente.

Bene. Riprendiamo

Nei primi minuti il regista lascia che siano i ragazzi a presentarsi tra loro e allo spettatore attraverso uno scambio di battute frenetico. Alana non vuole una relazione eppure accetta l’invito a cena di Gary. Da questo momento il focus della pellicola si sposta su di loro e sul loro continuo rincorrersi. Cast, fotografia, situazioni diventano un modo per Gary e Alana di avvicinarsi e allontanarsi come se fossero agli estremi di un elastico.

Scambio di corpi

Alana è invidiosa e contemporaneamente attratta dalla mentalità imprenditoriale dell’amico. A quindici anni vanta una brillante carriera come attore e si lancia a capofitto in tutte le opportunità che la vita gli pone davanti.

Gary dal canto suo si sente escluso dal mondo degli adulti e fa di tutto per bruciare le tappe. Si innamora di Alana e soffre la differenza di età temendo per questo di perderla.

Entrambi desiderano alcune caratteristiche dell’altro senza le quali si sentono incompleti ma sono allo stesso tempo restii ad ammetterlo. Questo rapporto li pone in balia degli eventi apparentemente destinati a rincorrersi all’infinito.

Ma quindi cos’è Licorice Pizza?

Licorice Pizza è un’interpretazione di tempo e amore in centotrenta minuti. Invece di ambire al traguardo come forma di sicurezza la macchina da presa registra la corsa dei due protagonisti fatta di attrazione, desiderio, paura, allontanamento, ricerca, dialoghi e silenzio.

Credits: Eagle Pictures

Anderson rifiuta il valore semantico di tempo e amore come semplici etichette precostituite rinnovando la volontà di crearle passo dopo passo percorrendo senza paura il dedalo di strade di una Los Angeles che è sinonimo di casa per Gary e Alana e per questo li condurrà infine uno nelle braccia dell’altra.


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2 pensieri su “Licorice Pizza

  1. Mh, non lo so. A sentimento mi viene da accostarlo a quei piatti destrutturati che tanto si portano oggi. Sai, tipo il “Tiramisù scomposto” che ti arriva da assemblare (moka + savoiardi + mascarpone piazzati singolarmente nel piatto)? Ecco il regista ti fornisce tema, sceneggiatura, sequenze. E l’assemblaggio spetta allo spettatore. Il risultato e la percezione quindi saranno diversi a seconda del vissuto e del carattere di ciascuno di noi. Ovviamente parlo senza averlo visto eh! Ma la pizza alla liquirizia no. Proprio no. No 😛

    1. In un certo senso potrebbe anche essere interpretato come dici tu. Il regista mette in mano allo spettatore tutti gli ingredienti ma al contrario di un piatto destrutturato che puoi costruire a piacere Licorice Pizza ha un messaggio chiaro tra le righe e la storia è lo strumento per veicolarlo. A prima vista le vicende di Gary e Alana sembrano quasi scontate e già viste eppure la mano di Anderson dietro alla macchina da presa le arricchisce. Inoltre te lo consiglio se vuoi farti un giro nella California di quegli anni perché a livello fotografico, di costumi e storico la pellicola è precisa al punto da aprire la strada addirittura a una lettura politica di alcune inquadrature della vicenda.

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