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Agatha Christie al cinema

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Questa settimana ho recuperato Glass Onion e inizialmente pensavo di scrivere un articolo incentrato esclusivamente sul secondo capitolo della saga Knives Out. Poi ho visto Omicidio nel West End e ho deciso di trattare entrambi alla ricerca del famoso fil rouge che ormai accompagna questa rubrica. Ciak, si scrive!

Glass Onion: A Knives Out Mystery

Rian Johnson esordisce nel 2005 con Brick ed è subito acclamato da critica e pubblico per le doti narrative che attraverso sceneggiatura, cast, fotografia e musiche comunicano efficacemente il messaggio alla base della pellicola. Questo talento si ripeterà anche in contesti cyberpunk con Looper (2012) e mainstream con Star Wars: Gli Ultimi Jedi (2017), l’unico capitolo con qualcosa da dire della trilogia che non esiste.

Glass Onion_Daniel Craig
Daniel Craig interpreta Benoit Blanc

Glass Onion rimette in pista il detective più in gamba del mondo Benoit Blanc (Daniel Craig) depresso dal lockdown legato alla pandemia e impossibilitato a svolgere il proprio lavoro.

Un giorno viene invitato sull’isola dell’eccentrico Miles Bron (Edward Norton) per partecipare a una festa durante la quale verrà messa in scena una tipica cena con delitto

Insieme a Blanc arriveranno anche altri amici del miliardario con i quali aveva composto la banda de I Disgregatori: l’ex socia Andy (Janelle Monáe), la politica Claire (Kathryn Hahn), lo scienziato Lionel (Leslie Odom Jr.), la modella Birdie (Kate Hudson) insieme all’assistente Peg (Jessica Henwick) e il twitcher Duke (Dave Bautista) con la compagna Whiskey (Madelyn Cline).

L’incipit catapulta lo spettatore nelle atmosfere firmate Agatha Christie di Dieci piccoli indiani e Assassinio sull’Orient Express in cui viene commesso un delitto e tutti devono contribuire alla scoperta del colpevole.

Cena con delitto e Glass Onion

Rispetto al primo capitolo della serie Knives Out, il terzo film più visto di sempre su Netflix (dopo Red Notice e Don’t Look Up) propone alcune differenze. L’ambientazione si estende passando da casa a isola e se in Cena con delitto Blanc aveva il supporto di colleghi e scientifica qui deve affidarsi esclusivamente alle proprie capacità deduttive.

La pellicola è divisa in due momenti. Nel primo vengono presentati i personaggi in modo lineare sottolineando il rapporto che li lega attraverso la risoluzione dell’indovinello per ottenere l’invito alla festa.

Glass Onion_Illustration by Kristian Hammerstad
Credits Kristian Hammerstad

Appena lo spettatore riesce a farsi un’idea questa viene ribaltata durante la seconda parte del film quando i partecipanti si dimostrano leccapiedi di Bron votati a ricchezza, fama e potere. Tutti tranne Andy che invece è stata estromessa dalla società che ha contribuito a fondare a causa dei Disgregatori. Sarà il suo legame con Blanc la chiave di volta dell’intera pellicola.

Per me è la cipolla

Glass Onion bilancia in modo originale gli scenari proposti esplorando dualismi archetipici della società contemporanea come ricchezza/saggezza, popolarità/verità e via dicendo.

Rian Johnson omaggia il genere di Agatha Christie lasciando allo spettatore la libertà di intraprendere un sentiero deduttivo prima di riportarlo sulla via maestra. Dettagli, colpi di scena e fotografia creano una tensione costante pur focalizzandosi sull’ironia e sulla critica sociale e politica delle classi privilegiate (in modo analogo a The menu).

La cipolla diventa metafora delle vicende narrate. Il regista svela gli interessi personali nascosti dall’apparente filantropia e carità. Alla velocità di un tweet chiunque può passare da eroe a criminale, da paladino dei diritti delle persone a pagliaccio.

Lo smascheramento è accompagnato da montaggio e musica come dimostra l’idea del sistema d’allarme della Gioconda che inizialmente crea una situazione goliardica per rivelarsi infine fastidiosa.

Omicidio nel West End

La commedia mistery di Tom George e Mark Chappell inserisce elementi reali all’interno di una vera e propria pièce con attori, palcoscenico e tutto il resto creando un’esperienza metacomunicativa sotto l’aspetto teatrale e cinematografico. Il risultato è un giallo in cui la parte comica è presente senza mai prendere il sopravvento perché il leitmotiv resta comunque la scoperta dell’assassino.

Chi ha ucciso Adrien Brody?

La storia segue l’indagine sull’omicidio del regista americano Leo Köpernick (Adrien Brody) che negli anni Cinquanta è al lavoro per realizzare l’adattamento cinematografico del racconto di Agatha Christie Trappola per topi.

Adrien Brody interpreta Leo Köpernick, il regista che vuole mettere in scena Agatha Christie
Adrien Brody interpreta Leo Köpernick

I modi rudi e maleducati di Leo forniscono a tutti i personaggi il movente mentre all’occasione ci pensa la festa per la centesima messa in scena dell’opera a teatro. Allo stesso tempo però ognuno di loro riveste il ruolo di potenziale vittima.

Gli estremi del buddy movie

Il duo chiamato a sbrogliare l’intricata matassa è composto dal fiacco e scorbutico ispettore Stoppard (Sam Rockwell) e dalla pignola e precisa agente Stalker (Saoirse Ronan) che ha il difetto di saltare spesso a conclusioni avventate. La differenza caratteriale li rende perfetti alla creazione di momenti irriverenti e comici che si mescolano al tipico humor inglese e alle atmosfere dark del dopoguerra. Se da un lato potrebbe dunque apparire come una risposta inglese ai gialli di Rian Johnson dall’altro forse Tom George se ne distacca per creare qualcosa di innovativo e fresco nascondendo piuttosto nelle parole della Stalker un omaggio al cinema di genere whodunit, a Hitchcock e ovviamente alla scrittrice Agatha Christie.

Reinventare Agatha Christie

Il miglior pregio a mio avviso di Omicidio nel West End è lo spostamento dell’azione dal palcoscenico al dietro le quinte. I veri attori non sono quelli del romanzo Trappola per Topi ma coloro che li interpretano nella realtà (della pellicola) rendendo l’esperienza meta teatrale.

Con il beneplacito di Hitchcock ogni dettaglio viene passato alla lente d’ingrandimento fino a girare in veri teatri londinesi con uno stile a tratti vicino a Wes Anderson per simmetrie, colori e mondi inscatolati uno dentro l’altro.

Omicidio nel West End reinventa Agatha Christie
Sam Rockwell e Saoirse Ronan

Tom George e Mark Chapell reinventano il genere inserendo elementi tipici del giallo e spruzzandoli di ironia e umorismo. Non mancano inoltre vene parodistiche nei confronti del cinema americano metaforizzato dallo stesso Köpernick il quale dopo aver sottolineato la scontentezza delle trame crime racconta come avrebbe realizzato il suo film. La sceneggiatura verrà scartata ma diventerà nuovamente parte delle vicende dei protagonisti.

Omicidio nel West End è cinema che si guarda allo specchio e con simpatia e arguzia racconta gli spunti preferiti dalla dama del mistero: ambienti borghesi, dualismo tra verità e menzogna, critica sociale e politica ma soprattutto la volontà di creare qualcosa di ben fatto per omaggiare il genere.

Ultimo atto

Incredibile ma vero sembra proprio che stavolta il fil rouge esista non solo nella dimensione traspositiva dei romanzi e delle opere di Agatha Christie ma soprattutto nella volontà di omaggiare un genere attraverso pellicole che non copino dal passato ma ne traggano ispirazione per reinventare e rinnovare le trame che le hanno rese grandi. Rian Johnson e Tom George incarnano la dote principale dei loro detective: la ricerca continua e il coraggio di arrivare alla fine.


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