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The consultant – lavoro, etica e morale in salsa Christoph Waltz

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The consultant è una serie capitata casualmente nel mio radar grazie al nome di Christoph Waltz tra gli attori in modo analogo a quanto accadde anni fa con Tim Roth per Lie to me.

Tre motivi per cui la consiglio

Rispetto al solito format ho deciso di scoprire subito le mie carte con un paragrafo in tre punti che riassume i motivi per i quali ho messo in pausa The last of us dedicandomi a The consultant.

A mio avviso il cardine sul quale ruota l’intera serie è l’interpretazione del consulente Regus Patoff ad opera di Christoph Waltz in grado di conferire al personaggio l’ambiguità tipica del professionista in giacca e cravatta: preciso e focalizzato all’obiettivo da un lato, distaccato e apparentemente maligno dall’altro. Al suo fianco Brittany O’Grady riesce a gestire l’evoluzione di Elaine e la sua patologica rincorsa al successo avvolgendola in uno stato di perenne ansia e tristezza.

Il merito è un aspetto sopravvalutato

Regus Patoff

Secondo e terzo punto vanno di pari passo. The consultant infatti è una miniserie autoconclusiva in otto episodi della durata di mezz’ora ciascuno. Un racconto thriller (che vorrebbe essere una dark comedy) perfetto per la pausa pranzo.

In linea teorica l’articolo potrebbe finire qui ma vorrei spingermi oltre e cercare un contesto adeguato. Pronti? Andiamo…con ordine.

Chi è Bentley Little

Classe 1960 Bentley Little è uno scrittore horror statunitense che all’età di trent’anni si aggiudica l’ammirazione del re del brivido Stephen King grazie al romanzo The Revelation. I fili conduttori sono l’incarnazione demoniaca e una serie di eventi inspiegabili che intaccano la quotidianità dei protagonisti minandone la fiducia e schierandoli uno contro l’altro.

Con The consultant nel 2015 Little decide di aggiornare il canovaccio spostando l’azione dal contesto ecclesiastico dell’Arizona a un’azienda di videogames losangelina ampliando il mantello della presenza demoniaca fino a coprire/colpire la realtà lavorativa contemporanea.

The consultant_Reg_us_Pat_off
Un dettaglio sull’origine del nome Regus Patoff visibile nella serie

Il romanzo dal quale il creatore Tony Basgallop prende spunto per l’omonima serie targata MGM e Prime Video compone in note horror la vita all’interno degli uffici trasformando le aziende in veri e propri gironi infernali e lasciando il lettore alle proprie conclusioni.

Il personaggio di Regus Patoff non rappresenta un alter ego dello scrittore ma alcune caratteristiche sembrano avvicinarli. Entrambi prendono le distanze dai computer preferendo tecnologie analogiche come macchina da scrivere e fascicoli. Patoff consegna biglietti da visita mentre Little si rifiuta di aprire un proprio sito web.

Differenze tra romanzo e serie

Cercando di non fare spoiler la serie non calca la mano sulla presenza demoniaca preferendo invece approfondire le linee parallele che vedono Regus Patoff impegnato a migliorare le attività dell’azienda mentre Craig (Nat Wolff) ed Elaine cercano di capire chi si celi dietro il nuovo CEO.

The consultant in breve

Sang (Brian Yoon) il ragazzo a capo della CompWare, software house specializzata in app e videogiochi, viene assassinato. Mentre i dipendenti si interrogano sull’accaduto fa il suo ingresso il misterioso Regus Patoff presentandosi come il consulente incaricato di risollevare le sorti della compagnia.

Completamente ignaro dell’area di interesse dell’azienda Patoff prende decisioni drastiche, discutibili e per nulla empatiche. La realtà quotidiana viene sbilanciata coinvolgendo i dipendenti in sfide manipolatorie che ne aspriscono rivalità, sospetti e timori mentre la loro vita privata è passata al setaccio.

La creatività che inizialmente aveva lo spazio adeguato per prendere forma e arricchirsi di contenuti viene schiacciata in ambienti chiusi e claustrofobici disposti a mettere sul mercato prodotti difettosi pur di salvare l’azienda.

The consultant_Elaine e Craig
Brittany O’Grady e Nat Wolff interpretano Elaine e Craig

I colleghi Elaine e Craig sono gli unici a investigare sul nuovo consulente diventando pedine di un gioco costruito da colpi di scena, suspance e binari morti che mantengono la narrazione intensa e ritmata. Nessun altro sembra accorgersi di ciò che accade perché le soluzioni di Patoff evitano il fallimento.

Mettendo in dubbio la sicurezza del posto di lavoro e intensificando la lotta per il successo e la carriera The consultant illumina in modo simile a The Bear i lati sommersi del mondo lavorativo contemporaneo composto da spietato cinismo e rivalità tra colleghi che si dimostrano capaci di sacrificare i rapporti umani per il profitto personale.

Il quarto motivo che non vi ho detto all’inizio

Lo ammetto. Nel primo paragrafo non sono stato completamente sincero e ho tenuto una carta nella manica. Non si tratta tuttavia di un asso bensì di un jolly che rappresenta una possibile chiave di lettura.

The consultant parla del mondo del lavoro in cui camminiamo ogni giorno e analizza il rapporto talvolta complesso tra superiore e dipendenti. Regus Patoff non fa mistero della tendenza ad abusare del ruolo che ricopre trasformando l’ufficio in una realtà esclusiva che genera malesseri difficili da sopportare.

The consultant_ Christoph Waltz
Christoph Waltz interpreta Regus Payoff

Tuttavia ogni volta che qualcuno prova a contrastarlo egli è in grado di rigirare la frittata trasformando la frenesia in un punto di forza e portandolo a riflettere sull’ossessione per il denaro e il riconoscimento di un ruolo autorevole.

A tal proposito è notevole il momento in cui Elaine si nomina autonomamente intermediaria creativa per darsi importanza agli occhi del capo. Subito Craig la riporta coi piedi per terra sottolineando la vacuità semantica dell’etichetta e ricordandole di essere una semplice assistente.

La serie targata Prime Video non si limita a criticare il lato manageriale ma pone sotto la lente la percezione del lavoro da parte dei dipendenti puntando il dito sul bilanciamento tra diritti e doveri.

The consultant è un prodotto satirico intrigante che sfiora il thriller senza dimenticare le origini del romanzo di Little. Alla fine di ogni episodio lo spettatore attento avrà parecchi argomenti per ragionare sul concetto di giusto e sbagliato nella realtà lavorativa quotidiana chiedendosi fin dove sarebbe disposto a spingersi per mantenere scrivania, ruolo, stipendio e tutto ciò che ne deriva.


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