Wander Allen

L'opinione che non ha la presunzione di essere giusta

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Chi sono i supereroi?

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Lo ammetto, talvolta capita che dal nulla mi salti in mente qualche domanda relativa alla vita su altri pianeti o concetti filosofici lunghi e tediosi che trovano riverbero nella quotidianità di ogni giorno; no, non è questo il caso.

Ho appena finito di vedere Glass, ultimo film di una trilogia diretta dallo statunitense Shyamalan.

Secondo il mio ordine sbagliato, tutto inizia con Split, pellicola dai tratti thriller/horror che racconta il sequestro di alcune ragazzine ad opera di un James McAvoy che contemporaneamente interpreta non uno ma ventitré personaggi, spaziando dal misofobico Dennis alla modaiola Patricia, fino al muscoloso arrampicamuri conosciuto come la bestia.

Successivamente è il turno di Unbreakable, nel quale Bruce Willis, dopo essere sopravvissuto a un disastro ferroviario scopre di possedere una forza smisurata e decide di metterla al servizio del bene.

Infine, Glass, il burattinaio: Samuel L. Jackson è un appassionato di fumetti affetto da un grave disturbo fisico che lo rende fragile come un grissino. Il suo super potere tuttavia non è riuscire a farsi tagliare dal tonno Rio Mare ma realizzare ragionamenti al pari di un computer quantistico e orchestrare trame e sotto trame sulle quali non divagherò per non spoilerare troppi dettagli.

Durante quest’ultimo film, una dottoressa cerca di convincere i tre eroi di non essere super: esiste infatti la possibilità che le loro storie altro non siano se non un enorme trauma inconscio che si manifesta in modalità psicologiche diverse.

L’invincibile Bruce fa quello che fa semplicemente perché è molto forte, mr. ventitré persone abitano nella mia mente ha subito traumi infantili e la morte del padre. Infine mr. Glass, beh, amico mio, McAvoy ha interpretato un sacco di Xavier prima di impazzire e arrivare tra le grinfie di Shyamalan.

Il punto è proprio questo, cosa rende un uomo normale un eroe?

Chi sono i supereroi?

Da anni, la mia libreria ospita sullo stesso scaffale i racconti di Jack London e le avventure mirabolanti delle Tartarughe Ninja e, se il primo mi portato tra San Francisco e i ghiacci del Klondike, le altre mi hanno condotto per mano tra le fogne newyorkesi quando ancora gli Stati Uniti erano una destinazione lontana e irraggiungibile.

Siamo nel 2020 e la definizione di eroe è molto ampia perché il contesto, ossia il terreno in cui si muove, è suddiviso in micromondi.

Se pensiamo a universi narrativi come Avengers, il concetto varia di volta in volta portandoci inizialmente a considerare paritarie le figure di Tony Stark e Steve Rogers ma quando, dopo i fatti di Ultron, il primo vuole riconoscere i compagni d’armi a livello federale, ecco che la guerra civile scoppia e il secondo diventa un fuggitivo.

The boys, serie evento legata alla graphic novel di Garth Ennis, combatte un sistema di falsi dei ipocriti e pompati attraverso le azioni di persone normali.

Restando tra le chine del fumettista britannico, The preacher, racconta di come un’assassina, un predicatore e un lupo mannaro siano chiamati a risolvere problemi nientemeno che tra Inferno e Paradiso.

Esistono migliaia di esempi come questi: Matrix, V for Vendetta, lo stesso Watchmen tutti portano avanti la loro trama creando contemporaneamente nel lettore/spettatore la domanda fondamentale ossia, chi è l’eroe e cosa lo rende super?

Basta un mantello a fare di Clark Kent il superuomo di Krypton, l’adamantio di Wolverine è in grado di tagliare il giudizio, suddividendolo in giusto o sbagliato.

E se Harvey Dent avesse avuto ragione e l’eroe fosse solo colui che ha vissuto abbastanza a lungo da diventare il cattivo?

Injustice
Credits: Injustice

Questa filosofia si scontra con Spider-Man per il quale è tutta questione di responsabilità e con Punisher e Daredevil che invece combattono più per una vendetta personale interna che per una ragione superiore.

A quanto scritto finora si potrebbe obiettare che basta uscire dalle pagine dei fumetti per capire chi sono i veri eroi: forze che combattono per mantenere l’ordine senza midichlorian, medici in grado di salvare vite senza essere stati investiti da nubi spaziali o fulmini vari, per non parlare delle persone normali come te e me che giornalmente vivono la propria vita per continuare a farlo in tranquillità, creando progetti e arricchendo il proprio tempo con esperienze sempre più belle.

Il concetto di eroe quindi si configura nella misura in cui il contesto nel quale si muove viene esplicitato. Ognuno vive in una dimensione nella quale i concetti di giusto e sbagliato si plasmano grazie alla propria esperienza, ed è per questo che ci si trova a condividere opinioni spesso concordi, talvolta discordanti: ma forse è proprio questo quello che fanno i supereroi, pensano!

Ogni foto senza attribuzione è di @wanderallen – Riproduzione vietata.


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